Da sempre le Olimpiadi, i campionati di calcio, i concorsi canori e tutti i tipi di competizioni internazionali, hanno il potere di unire i diversi paesi partecipanti, tifando, alleandosi o scontrandosi con gli avversari. Ma, tra i diversi tipi di competizione ce n’era una che coinvolgeva per la fantasia e la capacità di introdurre tutti noi in un mondo quasi fiabesco: stiamo parlando di “Giochi senza frontiere”. Lo ricordate?
Queste gare nascono dall’idea del Presidente francese Charles de Gaulle con lo scopo di rafforzare l’amicizia tra francesi e tedeschi. Erano una sorta di Olimpiadi in cui ogni nazione partecipante era rappresentata per ciascuna puntata da una diversa città. L’area di rappresentanza aveva il compito di sfidare le altre città in prove divertenti.
La prima edizione risale all’estate del 1965 per diventare un appuntamento annuale fino al 1982 quando i Giochi senza frontiere vennero sospesi per alcuni anni, ripresero poi nel 1988 per terminare nel 1999.
L’Italia partecipò fin dalla prima edizione vincendo ben quattro volte: nel 1970, nel 1978, nel 1991 e nel 1999.
Le competizioni venivano mandate in onda dalla Rai; per la conduzione si susseguirono Giulio Marchetti con Renata Di Mauro (1965 – 1972), Giulio Marchetti e Rosanna Vaudetti (1971 – 1977), Ettore Andenna e Milly Carlucci (1988).
Ogni formazione si componeva di otto elementi (4 donne e 4 uomini), un allenatore e un capitano (non giocatori). Le gare degli anni ’60 erano tutte piuttosto semplici con giochi a base di acqua e sapone. Tra le varie prove da superare c’era il gioco detto “Fil Rouge” che vedeva impegnata una squadra alla volta e il Jolly che permetteva al team di raddoppiare il punteggio. La squadra che aveva ottenuto più punti poteva accedere alla finale.
Col susseguirsi delle edizioni i paesi ospitanti si sono sbizzarriti con la creazione di scenografie sempre più colorate e fantasiose, raccontando attraverso i giochi, alcuni aspetti della vista e delle tradizioni locali.
I picchi di ascolto furono altissimi in Italia e in tutta Europa tanto che durante la sospensione molte furono le proteste dei telespettatori che scrissero migliaia di lettere alla Rai per la ripresa dei giochi.