Ci sono infiniti modi di “far musica”, ma tra tutti c’è sempre stata l’importanza di essere a tempo! E per far questo servono gli strumenti come per esempio un tamburo.
Un tamburo è rivestito con una membrana che vibra quando è colpita. Lo sapevate che se essa è molto tesa, vibra più velocemente e produce note più alte, e invece quando è più morbida le sue note sono più basse?
Il tamburo è uno strumento musicale che emette un suono prodotto dalla percussione, dal battimento, dallo sfregamento, o dall’agitazione, con o senza l’ausilio di bacchette od oggetti simili da parte di colui che lo percuote.
Il suo uso risare sin dalla preistoria, esso, assieme alla famiglia di strumenti a percussione è ritenuto il più antico tra gli strumenti musicali, subito dopo l’uso della voce umana.
Nella storia della musica classica le percussioni hanno avuto un ruolo determinante: basta pensare al larghissimo utilizzo dei timpani nella musica barocca e successivamente nel periodo classico; o alla scoperta delle nuove sonorità nella musica del Novecento, vero e proprio secolo di sviluppo di questi strumenti (complice il loro costante utilizzo nella musica contemporanea).
Un particolare set di strumenti a percussione, la batteria, ha avuto uno sviluppo proprio nella cultura jazz e popular; oggi però si tende a distinguere le figure del batterista e del percussionista. Il primo è il musicista che si occupa esclusivamente della batteria (dove gli strumenti principali sono piatti e tamburi e le altre percussioni sono di norma accessorie), mentre il secondo termine indica il musicista che si occupa in vari ambiti (es. classico, folk, latin ecc.) di suonare le percussioni singolarmente (es. timpani, xilofono, rullante, marimba, vibrafono) o in varie combinazioni o set (diversi dalla batteria, ad esempio un set latin composto da congas, timbales, bongos ecc.).