…del 1862 quando viene emanata una una legge che introduce l’unificazione monetaria.
L’Italia era stata unita appena un anno prima e la lira diventa moneta nazionale, con la firma di Vittorio Emanuele II.
La Zecca di Torino viene incaricata dello stampo delle monete, affiancata dagli stabilimenti di Milano e Napoli, gli unici autorizzati a battere moneta, tutti posti sotto il controllo della Banca Nazionale del Regno d’Italia.
Cominciano a circolare le prime monete da 5, 10, 20, 50 e 100 (in lega d’oro) accanto ai tagli più piccoli in lega d’argento (1 e 2 lire, 20 e 50 centesimi) e in bronzo (1, 2, 5 e 10 centesimi). Sul recto di tutte è impresso il volto del Re, e sul verso lo stemma del regno.
Si mantiene la circolazione delle vecchie monete che differenziavano gli ex stati indipendenti, come gli zecchini di Venezia, le svanziche del Lombardo-Veneto, gli scudi di Modena. Nel complesso sono 236 diverse monete che circolano in Italia, 92 riconosciute dal sistema legale e 144, al di fuori di quest’ultimo.
Dal 1872 iniziano a comparire le banconote da mille lire e due anni dopo quelle da 500 lire che recano entrambe gli stemmi delle città di Genova e Torino e, in basso, il busto di Cristoforo Colombo. Con l’inizio dell’età repubblicana escono le prime 10mila lire che recano l’immagine di Dante Alighieri e hanno un taglio grande rispetto alle altre banconote.
Dal 1° gennaio 2002 si avrà la doppia circolazione di lira ed euro, con il definitivo ritiro della prima il 1° marzo dello stesso anno.