All’inizio del ’58 Franco Migliacci, affermato paroliere per canzoni si affianca a Domenico Modugno in un sodalizio lavorativo.
I due hanno compongono un brano che, con l’ok dei discografici, decidono di presentare al Festival di Sanremo, s’intitola “Nel blu dipinto di blu” e durante le prove viene accolto con non poche perplessità dal Maestro Gorni Kramer, che lo giudica una “pazzia senza stile”.

In realtà il brano piace ai giornalisti e, nel corso di varie interviste Modugno spiega a tutti cos’è che lo ha ispirato: “Una mattina mi sveglio e dico a mia moglie: guarda che bella giornata! Lei mi risponde che invece sta per piovere. Ma io sento crescere dentro una grande gioia. Mi metto al piano e comincio a cantare Nel blu dipinto di blu. Poi d’improvviso mi affaccio alla finestra e mi metto a urlare, a braccia aperte, Voo-laa-ree!”
La versione di Migliacci è invece diversa raccontando di essere stato ispirato, insieme all’amico, dal quadro “Le coq rouge” di Marc Chagall.
Sul quadro dell’artista bielorusso vi è dipinto un omino sospeso a mezz’aria, tema peraltro ricorrente nelle tele di Chagall, come se stesse librandosi nel cielo blu. Il verso “Volare…oh oh” esce spontaneo dalla bocca di Modugno, così come la risposta cantata da Migliacci, “Cantare…oh oh oh oh”.
Il risultato è un brano bello, arioso, di facile intuizione.
A parte l’iniziale sconcerto di Kramer, Domenico Modugno irrompe sul palco del teatro del Casinò di Sanremo in smoking bianco, come un vero rivoluzionario. La sua voce è potente, i suoi gesti teatrali e coinvolgenti, la melodia è trascinante. È vittoria (il brano di Modugno è cantato anche da Johnny Dorelli). Il primo posto di “Nel blu dipinto di blu” (che negli anni sarà conosciuta universalmente anche come “Volare”) segna il distacco dalla vecchia canzone all’italiana e l’inizio di una nuova era. A distanza di pochi mesi dal festival, il brano di Modugno e Migliacci prende davvero il volo perché, al di là dell’Oceano, conquista ben due Grammy: canzone dell’anno e disco dell’anno. Ma soprattutto da questo momento diventa, insieme a “O sole mio”, la canzone italiana più conosciuta al mondo.