Dalle feste agricole, propiziatrici della fertilità dei campi, si sviluppò nell’antica Grecia il genere comico, caratterizzato da argomenti leggeri, toni giocosi e dall’immancabile lieto fine. Il termine κωμῳδία (cōmōdìa) sembra infatti derivare da κῶμος (kômos), “corteo festivo”, e ᾠδή (ōdé), “canto”. Ancora oggi le commedie dell’epoca sono rappresentate con grande divertimento del pubblico, a dimostrazione della perfezione dei meccanismi comici di autori come Aristofane.
I romani adattarono il modello greco al gusto italico con esiti altissimi in Plauto e Terenzio, riscoperti nel Quattrocento e presi come riferimento per il teatro rinascimentale, con la commedia dell’arte e da autori come Shakespeare e Moliere. In Plauto i personaggi erano tipi fissi, come il servo scaltro, il soldato fanfarone e il vecchio avaro: in Europa guadagnarono complessità e spianarono la strada a nuovi sottogeneri: la “commedia di intrigo”, fondata sull’intreccio complesso della trama, la “commedia di carattere”, basata sullo studio dei personaggi, approfonditi psicologicamente, la “commedia d’ambiente” dove sono lo sfondo e il contesto sociale a svolgere un ruolo di primo piano, e diversi altri.
In età moderna, la commedia pura è sempre più rara: i testi meglio riusciti mescolano sapientemente elementi comici e drammatici.
Arlecchino, Pantalone, Brighella e Colombina sono personaggi della commedia dell’arte, sviluppatasi nel ‘600, caratterizzata dalla libera improvvisazione degli attori su canovacci (semplici abbozzi della vicenda). Gli spettacoli erano quindi sempre nuovi e diversi, a seconda della creatività degli attori, che spesso erano anche abili acrobati. Da ogni maschera però il pubblico si aspettava un certo comportamento fisso: per esempio Arlecchino è un’imbroglione sempre affamato e Pantalone è un vecchio avaro e scorbutico. Furono proprio infatti questi caratteri stereotipati che divennero oggetto delle critiche di Carlo Goldoni, vissuto nel 1700, considerato padre della commedia moderna e famoso per le sue opere in dialetto veneto.