Insieme a “You Are My Destiny”, la canzone “Put my head on my shoulder” è una delle vette del cantautorato sentimentale del teen idol Paul Anka, che con “Diana” aveva centrato nel 1957 uno dei 45 giri più venduti della sua era. Prodotta da Don Costa e uscita su singolo nel 1959 (un rispettabilissimo numero 2 nella classifica Hot 100 di Billboard) nel 1968 sarà un successo anche per i Lettermen, un gruppo vocale specializzato in oldies. Con il titolo di “Abbandonati, amore”, viene anche ripresa dal suo stesso autore all’interno di un album cantato nella nostra lingua, Italiano (1963, contenente fra le altre una traduzione della stessa “Diana”). Oltre ad avere inciso un altro album di suoi successi tradotti nell’italico idioma (“Paul Anka a casa nostra”, 1964) il ragazzo canadese si troverà a interpretare alcuni brani originali scritti dai nostri autori, partecipando più volte al Festival di Sanremo; fra tutte ricordiamo l’apparizione del 1964 con “Ogni volta” che si piazza seconda in gara e ottiene un grande successo (numero 2 nella nostra hit parade, due milioni di copie vendute) è quella del 1968 in coppia con Johnny Dorelli su un brano di Mogol-Battisti, “La farfalla impazzita”. La sua avventura italiana però finisce quell’anno: tornato a casa, accetterà la sfida di scrivere un testo per Frank Sinatra, la traduzione in inglese del successo di Claude François “Comme d’habitude”; quella canzone si chiama “My Way”. Quanto alla romanticissima “Abbandonati, amore”, riascoltandola è divertente notare come la base su cui Anka ha inciso il nuovo testo sia la stessa dell’originale, tanto che i cori sono rimasti in lingua inglese. Buon ascolto.